Frutto di una coproduzione tra Italia, Francia e Germania Ovest, Medea di Pier Paolo Pasolini è basato sull’omonima tragedia greca di Euripide. La pellicola è stata girata in Cappadocia (Turchia), ad Aleppo (Siria), a Pisa e a Grado, riscuotendo un buon apprezzamento da parte della critica, ma senza ottenere il successo commerciale sperato.
La trama è strutturata e articolata e pone al centro Giasone (interpretato da Giuseppe Gentile) che, a capo degli Argonauti, è diretto verso il Colchide per recuperare il vello d’oro. La leggenda narra che il vello d’oro avrebbe la capacità di dare forza e rendere più fertile chi lo possiede. La maga Medea (a cui Maria Callas presta il volto), affascinata da Giasone, lo aiuta nell’impresa e scappa con lui. Giasone sposa Medea ed hanno due figli. Poco tempo dopo l’uomo ripudia la moglie e sposa la giovane Glauce (Margareth Clementi), figlia del re di Corinto. La vendetta di Medea, pazza di gelosia, sarà terribile e atroce. Con la produzione di Medea, Pier Paolo Pasolini ha offerto una seconda pellicola incentrata sulla rivisitazione cinematografica delle tragedie greche. Infatti, due anni prime, nel 1967, aveva diretto Re Edipo, tratto dalla tragedia di Sofocle. Di certo, il volto di Maria Callas è quello che maggiormente spicca all’interno della pellicola. I retroscena che hanno caratterizzato l’allestimento del cast hanno riportato delle ritrosie che Pasolini provava nei confronti della Callas e di quanto quest’ultima non fosse così convinta di accettare la parte. Entrambi erano animati da pregiudizi importanti: da un lato, infatti, Maria Callas non voleva partecipare, perché influenzata dall’omosessualità di Pasolini e dalla scabrosità che quest’ultimo trattava nelle sue opere. Dall’altro lo stesso regista era consapevole che la Callas non fosse un’attrice, ma una cantante lirica, definita “viziata”. Tuttavia, l’incontro tra i due sciolse la cortina di pregiudizi che l’uno aveva accumulato sull’altro; i due si piacquero subito, tanto che Pasolini si trovò ad affermare che “Lei appartiene a un mondo contadino, greco, agrario, e poi si è educata per una civiltà borghese. Dunque in un certo senso ho cercato di concentrare nel suo personaggio la complessità di Medea”. Per rendere più vera la sua interpretazione di Medea, Pasolini aveva bisogno di un’attrice che mostrasse e nascondesse le contraddizioni di questa strega barbara civilizzata; vedeva la protagonista come una donna straniera che sceglie di rinunciare alla propria casa e alla propria religione per amore. Al termine della produzione della pellicola, Pasolini e Callas intrapresero una splendida e profonda amicizia, anche se la Callas si innamorò del regista. Si trattò di un amore senza il lieto fine e destinato ad interrompersi prima di nascere, vista l’accertata omosessualità di Pasolini. La storia tra la Callas e il regista ha rispecchiato anche l’amore che era stato rappresentato nel film tra Medea e Giasone.
Con Medea, Pasolini offre allo spettatore una rilettura antropologica del mito greco, senza riferimenti autobiografici, come avvenuto in Edipo Re. Il regista aveva affermato: “La differenza profonda tra Edipo e gli altri miei film è che è autobiografico, mentre gli altri o non lo erano oppure lo erano inconsciamente, indirettamente. In Edipo io racconto la storia del mio complesso di Edipo”. Per chi volesse rivedere questa straordinaria pellicola, basta collegarsi alla piattaforma di Minerva Pictures The Film Club per vedere film in streaming online.